Tutto sul Carnevale, dalla tradizione parmigiana al travestimento

Con il Carnevale alle porte riscopriamo le curiosità e gli aspetti più interessanti di questa festa che piace tanto a grandi e piccini!
Un po’ di storia. Il Carnevale è per eccellenza la festa più allegra e colorata dell’anno e si festeggia in piazze e strade tra chiacchiere, frittelle e sfilate di carri allegorici per grandi e piccini in maschera. E’ una festa di antichissime tradizioni che risalgono al periodo greco-romano. Infatti, nasce in onore a Dioniso e Saturno, gli dei dell’ebbrezza e del divertimento. Con l’avvento del cristianesimo i festeggiamenti sregolati del Carnevale antico si sono trasformati, assumendo le caratteristiche che oggi conosciamo. Tuttavia, un elemento di continuità è rimasto: la maschera. Tutte le città italiane ne hanno una e quella di Parma è Al Dsèvod che si distingue per il giallo-blu dei suoi abiti, originariamente bianco e rosso, e il cappello a forma di anolino. Secondo la tradizione la maschera parmigiana nascerebbe nel 1621, epoca nella quale i nobili mandavano i propri figli a studiare in collegio con servo al seguito. In occasione di una sfilata cittadina, uno di questi giovani mandò il suo servo al suo posto. Il servo si rese conto che con la maschera era libero di fare quello che voleva. Decise allora di darsi un nome: il suo era Salati e, in contrapposizione a questo, si chiamò Insipido, in dialetto parmigiano “Discevido” che con il passare dei tempi divenne prima Desevedo e poi Dsèvod. Successivamente al suo costume è stato aggiunto un cesto di violette di Parma, per rendere omaggio alla Duchessa Maria Luigia che tanto apprezzava questi fiori.
Cosa si mangia a Carnevale? Se il Carnevale è allegria, allora anche la cucina carnevalesca non può che essere allegra, festosa e dolce. Immancabili sono le chiacchiere: rombi di pasta sfoglia, chiamati in altre zone d’Italia bugie, frappe, cenci, che sono fritti in olio e poi cosparsi di zucchero a velo. Altro dolce tipico sono i tortelli dolci: piccoli “scrigni” di pasta frolla che tipicamente contengono marmellata “brusca” (aspra, di prugne) con però alcune varianti con cioccolato o crema. Più classici ma con forme diverse, a seconda della festività, sono le mascherine di pasta frolla: biscotti ricoperti con glassa e zuccherini che ricordano le Scarpette di Sant’Ilario.
Da cosa mi vesto? A rendere il Carnevale una festa tanto attesa è la tradizione del travestimento. Scegliere il costume dell’anno è sempre un momento speciale, soprattutto per i bambini. Si fanno ricerche in lungo e in largo per trovare il travestimento perfetto: una scelta che ricade tipicamente tra il personaggio del cartone che piace in quel momento, un supereroe con poteri speciali o l’animale preferito. Ma travestirsi non è solo divertimento: è un momento delicato che va affrontato con attenzione. Infatti, come insegna la storia di Al Dsèvod, la maschera ha il potere di rendere liberi, svelando qualcosa in più del carattere dei bambini e degli adulti che siano passioni oppure lati inespressi della propria personalità. Per quanto riguarda il bambino, attraverso la maschera esso cerca di comprendere ed elaborare la realtà, di farla sua. Ci racconta come la vive, che rappresentazione ha delle figure che ha attorno a sé e di se stesso: la maschera diventa uno strumento di crescita. Inoltre, diventare ‘altri’ significa anche mettere in gioco parti di sé attraverso l’altro, cioè emozioni, conflitti e aspetti che possono essere espressi e giocati in modo decolpevolizzante. Va, però, specificato che non esistono significati univoci rispetto alla scelta di un travestimento piuttosto che un altro. Proprio per questo è necessario che i genitori comunichino e affrontino la scelta assieme ai propri figli. Come su consiglio di esperti, domandare al bambino il perché della sua scelta può essere un ottimo modo per affrontare la questione.
Paura delle maschere? D’altra parte, bisogna considerare anche la possibilità che un bambino non abbia il desiderio di mascherarsi. In questi casi è molto importante non forzarlo: a volte, infatti, il gesto del travestirsi può spaventare i piccoli. In particolare, prima dei tre anni, è molto diffusa la paura delle maschere. I bambini così piccoli, infatti, faticano a comprendere la distinzione tra realtà e fantasia. Ad ogni modo, travestirsi non dovrebbe essere concesso solo nella parentesi del Carnevale. Infatti, il baule dei travestimenti nel quale trovare sciarpe, cappelli, maschere da super eroi e bacchette magiche dovrebbe essere presente in ogni cameretta, proprio per le ragioni sopraelencate. Ma se non avete ancora il vostro bauletto, non preoccupatevi: il Carnevale è vicino! E poi… prendere “in prestito” i vestiti di mamma o papà si può tutti i giorni.
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