Sordità in Emilia-Romagna: 134 nuovi nati affetti da deficit uditivi

Secondo i dati pubblicati dalla Regione Emilia-Romagna lo scorso febbraio, e riferiti al 2016, nel primo “Report Screening uditivo neonatale e percorso clinico ed organizzativo per i bambini affetti da ipoacusia”, su 34.776 soggetti il 99,6 %. (34.640 bambini) ha eseguito lo screening uditivo. La copertura dei controlli precoci è al di sopra degli standard stabiliti (95%) dalle Raccomandazioni internazionali.
La percentuale di bambini risultati affetti da disturbi dell’udito e inviati ad una successiva valutazione ai centri audiologici delle aziende sanitarieper determinarne il livello di gravità, è stata del 4,4 %, pari a 1.542 bambini. Su 34.776 bambini nati vivi, quelli presi in carico dai servizi ospedalieri di audiologia del territorio sono stati 134.
La rete regionale per le disabilità uditive e le linee guida per le aziende sanitarie
Nel 2011 la Regione Emilia-Romagna ha approvato le “Linee guida per le aziende sanitarie in merito allo screening uditivo neonatale e sul percorso clinico e organizzativo per i bambini affetti da ipoacusia”, che prevedono l’istituzione in ogni azienda sanitaria di un Team aziendale per le disabilità uditive (TADU), composto da esperti (almeno uno psicologo, un logopedista, un neuropsichiatra infantile), audiologi/foniatri e medici specialisti in Otorinolaringoiatria. Il compito di monitorare la qualità degli interventi regionali e valutare le problematiche connesse all’accesso ai servizi per le persone con disabilità uditive nella nostra regione è invece affidato al Tavolo per le disabilità uditive, costituito anch’esso nel 2011 e composto dai referenti delle aziende sanitarie dei Team aziendali disabilità uditive, referenti dei servizi regionali competenti (pediatria ospedaliera, di libera scelta e di comunità), e Associazioni, Enti ed Organizzazioni che si occupano di sordità.
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