Ritorno sui banchi di scuola in Emilia Romagna

Una ripartenza basata su protocolli, misure anticontagio ma anche tanta fiducia nell’alleanza scuola famiglia. La prima campanella segna anche il via alla campagna di comunicazione regionale “Torniamo tutti a scuola”
Il lockdown alle spalle, mesi di didattica a distanza, un lungo periodo lontani da compagni e docenti. La prima campanella dà il via oggi non solo al ritorno sui banchi di ben 600 mila studenti in Emilia Romagna, ma anche ad una sfida per le istituzioni, per le famiglie e per tutto il personale scolastico. I genitori firmeranno un patto di corresponsabilità per ripartire nel rispetto delle regole e contribuire ad arginare il più possibile il rischio di contagi.
A Parma, è operativo il piano di interventi del Tavolo tecnico Ausl con pediatri e rappresentanti scolastici per la riapertura e le lezioni in sicurezza.
Mini task-force di professionisti in ogni distretto sanitario della provincia sono pronte a intervenire in caso di necessità. Sono stati predisposti canali informativi specifici con i referenti covid-19 di ogni scuola provinciale e accessi dedicati alle postazioni dei test tampone per i casi eventualmente positivi.
Dal 26 agosto al 10 settembre le équipe infermieristiche dedicate dell’Azienda Usl hanno eseguito 4.958 test rapidi sierologici al personale scolastico, che si è prenotato sulla piattaforma online del sito Internet o tramite la linea telefonica attivata. Ai test eseguiti dall’Ausl se ne aggiungono 1.130 effettuati dai medici di medicina generale aderenti, in tutta la provincia, alla campagna di screening. L’8% circa del totale dei test sierologici è risultato positivo: gli interessati si sono quindi sottoposti al successivo tampone e in soli 6 casi si è registrata una positività al Coronavirus.
La Regione lancia da oggi anche una campagna di comunicazione per la riapertura dell’anno scolastico, “Torniamo tutti a scuola”, ed un sito, www.torniamoascuolaer.it , in costante aggiornamento, su cui trovare le informazioni utili per il rientro in sicurezza e risposte a dubbi e domande ad esempio: cosa fare in caso di febbre o sintomi compatibili con CoVID-19, in quali casi va portato il certificato del pediatra per la riammissione a scuola, come bisogna comportarsi in mensa, come vengono puliti gli ambienti scolastici e altre ancora.
MINI TASK-FORCE PRONTE AD INTERVENIRE
In ognuno dei quattro distretti sanitari della provincia l’Azienda Usl ha istituito delle unità di intervento formate da un medico igienista del Servizio di igiene pubblica, un tecnico della prevenzione e dal coordinatore della Pediatria comunità, per intervenire a seconda delle necessità o delle particolari casistiche comunicate dal referente Covid-19 nominato da ogni Istituto scolastico al proprio interno.
CONTATTO DIRETTO AUSL-SCUOLE
Il Tavolo tecnico ha attivato per ogni Istituto scolastico provinciale una canale informativo dedicato con il Servizio di igiene e sanità pubblica dell’Ausl, che consiste in una linea telefonica e in un’e-mail a disposizione esclusiva per i referenti scolastici Covid-19.
COSA SUCCEDE IN CASO DI SOSPETTI COVID
Se un alunno rimane a casa per più giorni con febbre, malessere o altre indisposizioni in base alla valutazione del proprio pediatra (o medico di medicina generale) potranno verificarsi due situazioni.
Se si sospetta un caso di Covid-19, il pediatra di libera scelta (o medico di medicina generale) valuta se richiedere, con le modalità già previste l’esecuzione del tampone diagnostico. Allo scopo, l’Azienda Usl mantiene attive le postazioni, con accessi dedicati, per fare i tamponi in modalità drive-through (senza scendere dall’auto) al parcheggio scambiatore “Campus” a Parma, all’Ospedale di Vaio a Fidenza, alla Casa della Salute a Langhirano e alla postazione nel piazzale delle scuole a Borgotaro. Gli alunni minorenni dovranno essere accompagnati da un genitore.
In caso di esito positivo, il Dipartimento di sanità pubblica avviserà il referente scolastico Covid-19 e l’alunno rimarrà a casa fino alla scomparsa dei sintomi e all’esito negativo di due tamponi, eseguiti ad almeno 24 ore di distanza, seguendo le indicazioni del Dipartimento in merito alla riammissione in comunità. L’alunno rientrerà poi a scuola con attestato del Dipartimento di sanità pubblica di avvenuta guarigione. In caso di esito negativo, invece, il pediatra di libera scelta (o medico di medicina generale), una volta terminati i sintomi, produrrà un certificato di rientro in cui deve essere riportato il risultato negativo del tampone.
NON SERVE LA CERTIFICAZIONE MEDICA IN CASO DI SINTOMI NON RICONDUCIBILI AL COVID-19
Nel caso, invece, di sintomatologia non riconducibile al Covid-19, il pediatra di libera scelta (o medico di medicina generale) gestirà la situazione come normalmente avviene, indicando alla famiglia le misure di cura e concordando, in base all’evoluzione del quadro clinico, i tempi per il rientro in comunità. Come già previsto (Legge regionale 9 del 2015) non è richiesta certificazione medica per la riammissione alla frequenza scolastica, né autocertificazione della famiglia.
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