Non è mai troppo presto per la vaccinazione antinfluenzale

Influenza stagionale: perché prevenire è meglio che curare
La nuova stagione influenzale caratterizzata dalla circolazione simultanea del Covid-19 sarà particolarmente insidiosa, per questo il Ministero della Salute ci tiene a sottolineare l’importanza della vaccinazione antinfluenzale, in particolar modo dei soggetti a rischio, per semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, considerando la compatibilità dei sintomi.
È iniziata lunedì 12 ottobre, per terminare alla fine dell’anno, la campagna di vaccinazione attuata dall’azienda USL di Parma con la collaborazione dei Medici di medicina generale e dei Pediatri di libera scelta. Sono pronte 99.000 dosi che potranno essere aumentate in caso di necessità.
La vaccinazione antinfluenzale è un importante elemento di prevenzione, che determina: riduzione del rischio di complicazioni legate all’influenza (polmoniti batteriche, un peggioramento di patologie come quelle del sistema immunitario, respiratorie croniche etc.) e una protezione in più per evitare di contrarre il Coronavirus, in quanto un soggetto debole in seguito all’influenza potrebbe riscontrare conseguenze più serie.
Quest’anno il vaccino influenzale è disponibile circa un mese prima rispetto agli anni scorsi: è necessario essere preparati per non confondere i sintomi dell’influenza con quelli del Covid-19.
Perché è così importante vaccinare anche i più piccoli quest’anno?
Di fronte ad un numero elevato di bambini con raffreddore e febbre, la paura è di bloccare la didattica in presenza, già abbastanza precaria, obbligando intere classi e i loro docenti a mettersi in quarantena.
Un motivo in più per prendere in considerazione il vaccino in età infantile è che i bambini rappresentano una delle categorie più colpite dall’influenza, ma se la maggior parte degli adulti sani può essere in grado di infettare altre persone a partire da un giorno prima della comparsa dei sintomi e fino a 3-5 giorni dopo essersi ammalati, le persone con il sistema immunitario indebolito e i bambini potrebbero infettare gli altri per un periodo più lungo della media (circa 7 giorni).
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