Genitori giovanili, figli “anziani”

 

genitori anzianiVi è mai capitato che… il desiderio di maternità e/o paternità venisse appagato, per diversi motivi, solo  dopo che i quarant’anni facevano già parte dei ricordi? A noi così è capitato, per diverse vicissitudini  personali e professionali. Io, Clara, ho partorito mia figlia a quarantacinque anni. Sono una persona sportiva e mi sembra che l’età non abbia creato nessuna difficoltà in più rispetto alle gravidanze delle donne più giovani con cui ho condiviso il periodo della maternità durante il corso pre-parto. Guido, il mio compagno, quando è nata Fiorenza aveva già compiuto cinquantaquattro anni; anche lui è un grande sportivo e sentirci giovani in due ha nutrito questo grande momento. Da allora sono passati otto anni e mezzo, Fiorenza è una bambina molto affettuosa, entusiasta della vita e bravissima a scuola. È tutto per noi, che continuiamo a sentirci giovani anche grazie a lei. Fiorenza, invece, ai più sembra “anziana”: qualcuno dei nostri amici la chiamò così, “la bambina anziana”, quando durante un pranzo lei, come spesso unica bambina tra noi, intervenne con tempismo e curiosità appropriati e con osservazioni non tanto fuori luogo, piuttosto elaborate in un contesto adulto riflessivo e scarsamente pratico per la sua breve esperienza di vita. Ci siamo resi conto così che tra i coetanei diventa eccessivamente “maestrina” e poco incline alle esperienze “imprudenti”, e questo le rende difficili le relazioni. D’altro canto, anche tra gli adulti ora l’offerta l’annoia. Siamo giovanili, ma non giovani, la nostra vita per quanto dinamica offre alla nostra bambina un contesto ricco d’esperienze, ma non tra i suoi coetanei; i nostri amici sono più vicini ai sessant’anni che ai quaranta. Pochi hanno figli e, nel caso, già grandi rispetto a lei e noi, per quanto disponibili e aperti al suo mondo, cercando di non mancare mai agli appuntamenti della scuola, dello sport, ai compleanni e cose varie, ci rendiamo conto che la matrice è quella! In lei spesso vediamo riflessi il nostro modo di essere e di approcciarci alle cose; è inevitabile, ed è anche un piacere riconoscerci l’uno nell’altro, solo che Fiorenza ha otto anni e mezzo e vorremmo che fosse pienamente bambina, ignara della prudenza e dell’eccessiva riflessione che caratterizzano la nostra età!

A cura di Anna Marraccini e Giorgia Diana, mamme,  comunicatrici e socie  di MammaTrovalavoro

Il parere di Beatrice Chittolini Psicologa e Psicoterapeuta della famiglia

Beatrice CiottoliBeatrice Chittolini, Psicologa e Psicoterapeuta della famiglia

La storia di Clara e Guido è emblematica: la nostra società sta invecchiando e sempre più spesso il figlio tanto sognato arriva intorno od oltre i quaranta. Un fattore chiave per lo sviluppo del carattere e delle abilità sociali, però, è il fatto di avere o no dei fratelli, o delle sorelle. Il sottosistema fratelli, infatti, rappresenta il primo laboratorio sociale, la prima palestra di vita in cui sperimentiamo e sviluppiamo le capacità di relazione con l’altro. Inoltre è anche vero che esistono bambini saputelli e riflessivi nati da genitori in età non sospetta, così come troviamo genitori tardivi alle prese con figli “terremoti”. Questo accade perché il temperamento dice la sua. Certo è che nella nostra cultura, ad assetto narcisistico, anche il legame tra genitore e figlio spesso rischia di ricevere questa impronta. L’invito è invece a lasciare andare, a concedergli la libertà di scoprire le sue mille possibilità evolutive fin dalla tenera età. E magari ti ritrovi a chiederti: “Ma da chi avrà preso questo qui?”.

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