Il Parco Fluviale del Taro con i bambini

Il Parco Fluviale del Taro con i bambini

Oggi su Bimbi Parma un nuovo appuntamento con la guida turistica Silvia Guarnieri che questa ci racconta  come usufruire al meglio di alcuni Parchi del nostro territorio, che fanno parte delle aree naturali protette della Regione Emilia Romagna e oggi in particolare del Parco Fluviale del Taro.

Il Parco Fluviale del Taro tutela il tratto di fiume tra Fornovo e Pontetaro (PR) e ha un’estensione di circa 2000ha. Da tempo l’Ente sta operando per salvaguardare questo importante corridoio naturale, in cui convivono luoghi ad elevata naturalità, aree agricole e altre profondamente modificate dall’uomo. Area protetta di grande importanza come rotta di migrazione e sito di nidificazione di diverse specie di uccelli, rappresenta un luogo ideale per il turismo verde. A pochi chilometri dal centro di Parma, è l’ambiente perfetto per escursioni facili, percorsi di cicloturismo e mountain bike, per il birdwatching e per la vicinanza con altri luoghi di interesse storico e paesaggistico: il Museo Ettore Guatelli e il Parco Boschi di Carrega.
Dal 2012 è gestito dall’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità – Emilia Occidentale. Lungo il corso principale del fiume si osserva un paesaggio solo in apparenza monotono e desolato: le acque scorrono tra isole di ghiaia e sabbia, scavando e modellando nuovi percorsi ad ogni piena. Le isole di ghiaia e sabbia sono utilizzate da varie specie di uccelli che vi depongono le uova scavando una piccola buchetta. Le zone con folte macchie di cespugli rappresentano, nel territorio del Parco, uno degli ambienti di minore estensione ma di maggiore importanza per la presenza di particolari nicchie ecologiche. Alcune specie di uccelli sono legate esclusivamente a questo tipo di ambiente. Il bosco è un ambiente che ha subito un forte degrado e una consistente diminuzione ad opera, in tempi storici, delle pratiche agricole e delle attività estrattive più di recente; tuttavia, percorrendo le sponde del fiume, è possibile osservare ancora vaste aree boscate parallele al corso del fiume.

La presenza dell’uomo nel territorio del Parco e nelle aree vicine risale al Paleolitico medio. Le schegge di selce rinvenute nelle vicinanze di Vigna di Noceto e alla Cornaccina di Medesano, fanno ritenere gli uomini di Neandertal del gruppo sapiens gli abitanti più antichi della zona. L’età del Bronzo (circa 2000 a.C.) vide lo sviluppo della civiltà terramaricola, che portò a un forte incremento demografico nell’area. I villaggi erano ubicati nella fascia collinare e in pianura, organizzati su palafitte in prossimità dei corsi d’acqua. Le terramare rinvenute nei pressi del fiume (Collecchiello, Vicofertile e Medesano) erano probabilmente centri di produzione di manufatti metallici. Fra l’VIII e il V secolo, il territorio fu interessato dalla dominazione etrusca, testimoniata da diversi ritrovamenti, fra cui una ricco corredo funebre rinvenuto in una tomba a inumazione nei pressi di S.Pancrazio, nelle immediate vicinanze del Parco. A partire dal II sec. a.C., la dominazione romana portò  a notevoli cambiamenti: l’agricoltura venne ordinata con la centuriazione, vennero intensificati i disboscamenti per lasciare spazio acampi e pascoli e si bonificarono  le paludi. Con il declino dell’impero romano e sul finire del VI secolo, i Longobardi presero possesso del Taro e delle sue rive e successivamente con il dominio dei Franchi, i vescovi parmensi acquisirono gran parte dei territori di Collecchio e Gaiano. Intorno all’anno Mille in tutta l’area si verificò un generale risveglio economico, una notevole crescita demografica e il patrimonio storico-culturale si arricchì grazie alla costruzione di pievi, chiese e fortificazioni, fra cui la Pieve dell’Assunta a Fornovo, le pievi di Vicofertile, Collecchio e la pieve di Talignano. Le chiese e gli ospizi che le affiancavano erano al servizio di una delle principali strade del pellegrinaggio medievale, la Via Francigena. Le vicende storiche locali furono legate al nome di diverse famiglie, quali i Pallavicino, i Sanvitale, i Rossi e i Dalla Rosa Prati fino ai Farnese, sotto i quali si costituì, nel 1545, il Ducato di Parma e Piacenza, e infine i Borbone. Il territorio rimase legato al Ducato fino al 1859, anno in cui lo stesso fu annesso al Regno D’Italia.

Facilmente raggiungibile da Parma in auto, bici o bus, il Parco del Taro è davvero per tutti grazie a un’ottima segnaletica, alla mancanza di dislivelli ed alla diffusa rete di sentieri, in un territorio in cui sono protagonisti la cucina e le tradizioni locali, lungo il tracciato della Via Francigena, antica strada del pellegrinaggio medievale. Vivere la natura e scoprire il territorio è molto semplice percorrendo a piedi e in bicicletta le silenziose strade di campagna ed i percorsi sterrati.

La sede del Parco Fluviale Regionale del Taro è la Corte di Giarola, sita a circa 15 Km da Parma e 2 Km da Collecchio. Antico complesso monastico, risalente al medioevo, è stato acquisito in proprietà pubblica nel 1998. Da allora ad oggi un continuo e progressivo restauro ha permesso di recuperare molti spazi con diverse funzioni, come il Centro Visite, con il percorso “Sotto il segno dell’acqua”, la Sala Auditorium, il Laboratorio storico sulla Resistenza, il Museo del Pomodoro e il Teatro. Inoltre a maggio 2014 è stato inaugurato il nuovo Museo della Pasta. Presso la Corte è attivo anche un servizio di noleggio biciclette ed è presente il Ristorante “Corte di Giarola”che propone cucina tradizionale e prodotti tipici.

Il percorso espositivo “Sotto il segno dell’Acqua” è un assaggio di Parco che invita il visitatore a conoscerne e apprezzarne le peculiarità: le vetrine della sala, con il fiume Taro, le sabbie, i ciottoli, gli habitat e la varietà di specie animali e vegetali invitano a riflettere sulla natura e sulla storia del fiume, attraverso il ricorso ad esperienze sensoriali di suggestione come l’invito a inalare e a vivere l’odore della ghiaia bagnata. Il percorso, a ingresso libero, è aperto alla domenica pomeriggio dalle 14.00 alle 18.00, in occasione di eventi culturali e su prenotazione, con la possibilità di visita guidata per gruppi e classi.

La ciclovia del parco è costituita da due itinerari, complementari e collegabili fra loro.
Il primo itinerario, percorribile anche con city bike, parte dalla stazione di Collecchio, attraversa il paese e prosegue lungo la SS62 della Cisa, uscendo dal paese a destra si prende via Campirolo, una strada di campagna asfaltata che porta alla Corte di Giarola, dove si trovano un punto acqua e toilette pubbliche. Ripartiti dalla Corte si prosegue lungo strada Giarola, per inserirsi sulla pista ciclabile che conduce ad Oppiano. Si prosegue poi ancora immersi nella campagna lungo Via Molinara in direzione Ozzano, da dove si rientra con un percorso alternativo. Da Ozzano è anche possibile rientrare a Gaiano e, da Via Ripa, salire ai Boschi di Carrega. Giunti ad Oppiano in alternativa si può scendere la scaletta che porta al fiume e percorrere il sentiero per mountain bike.
Il secondo itinerario, per mountain bike, dalla Corte di Giarola entra verso il canale Naviglio e il fiume attraverso un sentiero sinuoso circondato da alberi e arbusti tipici delle aree fluviali. Si prosegue sul tracciato e si arriva sotto alla chiesa di Oppiano. Da qui si può rientrare con un percorso ad anello alternativo che procede lungo i prati aridi dei terrazzi fluviali, caratterizzati dalla vegetazione tipica di piante grasse e arbusti.

Lunghezza: circa 20 km il primo itinerario e 6 km il secondo
Dislivello: trascurabile
Livello di difficoltà: basso per il primo, medio basso per il secondo

Il Parco si estende attorno al fiume Taro nel suo tratto di alta pianura. Le rive del corso d’acqua sono in generale sopraelevate dal letto e presentano una copertura vegetale a mosaico. Lungo i 20 Km che, da entrambe le rive, accompagnano il fiume si snodano alcuni sentieri attrezzati per favorire la visita dell’area protetta. I percorsi ricavati in prossimità delle rive, permettono una visione paesaggistica più affascinante ma, nello stesso tempo, possono essere soggetti a rimaneggiamenti e modifiche al fine di mantenere una distanza di sicurezza rispetto al fiume che ha notevoli portate autunnali. Per tale motivo, i percorsi possono presentare piccole deviazioni rispetto alla segnalazione cartografica, ma la presenza di cartelli e tabelle agevola la percorrenza.

sentieri pedonali oggi in funzione sono 10 e altri si aggiungeranno a breve, alcuni saranno appositamente tracciati per la fruizione equestre e per le mountain bike.  In generale nei punti partenza vi sono cartelli segnaletici che individuano il percorso e ne descrivono le caratteristiche e le possibili osservazioni. Lungo il tracciato si rinvengono frecce indicatrici direzionali. I sentieri hanno il fondo in terra ed essendo situati in prossimità di zone umide possono presentare alcuni tratti con fango e acqua.Questo accade soprattutto nella stagione primaverile e autunnale per cui è opportuno attrezzarsi con calzature idonee. In estate il problema più rilevante può essere invece l’alta temperatura e il forte irraggiamento solare ed allora risulta utile portarsi un “copricapo” e una “borraccia”. Si consiglia di percorrere i tracciati in momenti diversi dell’anno perché la natura cambia moltissimo e le emozioni che si provano possono essere differenti. Per avere maggiori soddisfazioni è bene dotarsi di un binocolo ed un manuale per il riconoscimento degli uccelli.

Per chi vuole saperne di più, si possono prenotare visite guidate e ricevere opuscoli semplicemente contattando la sede del parco.
Per informazioni: Centro Parco Corte di Giarola,  Strada Giarola, 11 Collecchio 0521 802688 info.taro@parchiemiliaoccidentale.it

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