Il disagio di un bambino…diventa di tutti

Il disagio di un bambino…diventa di tutti
Vi è mai capitato che… tra i compagni di scuola di vostro figlio ci fosse un bambino che metteva a disagio tutti gli altri?
Sono Luisa, una maestra elementare con molti anni d’esperienza. Tra i tanti scolari che ho avuto, ce n’è stato uno particolarmente impegnativo, il cui disagio ha messo in difficoltà me, ma soprattutto i compagni. La sua famiglia ha sempre sottovalutato la situazione, tendendo così a squalificare il grosso malessere del proprio figlio e di noi tutti. Fin dai primi anni di scuola, Davide, il nome inventato dell’alunno di cui vi racconto, aveva cercato di inserirsi, proponendosi con modalità sgradevoli e imbarazzanti; la sua difficoltà nasceva anche dal fatto che al di fuori della scuola non frequentava gli altri, non partecipava alle feste, non faceva sport. Davide, nonostante il sostegno di noi insegnanti e le strategie che mettevamo in atto, cercava di inserirsi chiamando a gran voce i compagni, imponendosi goffamente, senza accorgersi di non essere gradito. Capitava anche che si facesse addosso i bisogni, che facesse rumori, negando l’evidenza e provocando disgusto tra i compagni. In mensa gli accadeva di vomitare e sporcarsi il grembiule. Spesso infatti mangiava in un modo vorace, ingurgitava, e poco dopo vomitava tutto. E non adottava strategie protettive neanche contro l’imbarazzo che si dovrebbe provare in una situazione del genere. I suoi genitori continuavano a dire che era strano, che a casa non si comportava mai così, e capitava solo perché lui mangiava in fretta per correre a giocare. I genitori insomma leggevano questo comportamento come una caratteristica del bambino, non un problema, ma piuttosto un segno di vivacità e quindi in un’accezione positiva.
Il disagio e la sofferenza di uno, sono diventati di fatto il malessere dell’intera classe, che quotidianamente condivideva con lui uno spazio e il tempo. Non imparare a riconoscere e affrontare certi problemi si ripercuote su tutto il gruppo. È davvero difficile, dal mio punto di vista di insegnante, gestire situazioni del genere, quando la famiglia non riconosce il problema del proprio figlio, cieca alla sua sofferenza e a quella degli altri.
A cura di Anna Marraccini e Giorgia Diana,
mamme, comunicatrici e socie di MammaTrovalavoro
La situazione presentata dalla maestra Luisa è sicuramente complessa anche se, ahimè, comune nella scuola: sono tanti gli alunni che faticano a interagire e a integrarsi con i compagni di classe per vari motivi e che presentano situazioni di disagio psicologico e comportamentale. L’atteggiamento di negazione della famiglia possiamo vederlo come un estremo tentativo di protezione/difesa di fronte a un problema (non vogliamo-possiamo sappiamo prenderci cura di…).
Davide è chiaramente un bambino in difficoltà, isolato, con poche risorse familiari, che non ha ancora sviluppato delle competenze sociali efficaci… È vorace, impulsivo, ha difficoltà di controllo e anche i bisogni fisiologici di base sembrano compromessi (e questo lo rende sicuramente sgradito ed evidentemente impegnativo per la scuola).
Che cosa si sarebbe potuto fare? Cercare di creare un primo spazio di incontro tra scuola e famiglia, di comprensione e di condivisione, perché in situazioni come queste si innesca un circolo vizioso di disagio che alimenta il disturbo e alza le barriere della comunicazione.
In casi così estremi, tuttavia uno spazio di ascolto psicoeducativo potrebbe non essere sufficiente, si può rendere necessario un intervento di supporto alla famiglia da parte dei servizi sociali, magari con programmi di empowerment di altre famiglie grazie ai quali un nucleo in difficoltà viene affiancato da uno “sano” e aiutato attraverso la condivisione di esperienze, domande, tempo, risorse: “Una famiglia per una famiglia” è chiedere troppo?
Dott.ssa Emanuela Manara, psicologa scolastica, psicoterapeuta
bambinibambini con disagibimbibimbi parmabimbiparmachildrenDott.ssa Emanuela ManarainfanziamammatrovalavoroParmapsicologapsicologa scolasticascuola
Lascia un commento