Daniele Novara: “Genitori troppo amici e poco educatori”

Daniele Novara: “Genitori troppo amici e poco educatori”

“Non è colpa dei bambini. Perché la scuola sta rinunciando a educare i nostri figli e come dobbiamo rimediare. Subito”: questo il titolo del nuovo libro del pedagogista Daniele Novara, presentato ieri sera a Parma al Palazzo del Governatore, all’interno della rassegna di incontri “Parma 2020. La cultura batte il tempo”, promossa dal Comune di Parma.

Novara, direttore e fondatore del Centro PsicoPedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti (CPP) di Piacenza, definisce il suo un libro “di denuncia e di proposta”. La denuncia forte e chiara è quella di un sistema che troppo spesso preferisce la terapia all’educazione. Dati alla mano, Novara ha mostrato come in Italia negli ultimi quindici anni le diagnosi e le certificazioni di disabilità siano raddoppiate. A lato di un netto calo delle disabilità maggiori, come sindrome di down ed epilessia, stanno aumentando in modo esponenziale le diagnosi di disturbi emotivi e comportamentali, ad esempio di ADHD (sindrome da deficit di attenzione e iperattività), che spesso sono però controverse.

Secondo Novara il mondo dei bambini e dei ragazzi è stato letteralmente colonizzato: “L’educazione è stata sostituita dalla neuropsichiatria. Se non agiamo subito la tappa successiva sarà quella degli psicofarmaci ai bambini. Una follia”. Ma come si è arrivati a questo punto? Anche su questo punto il pedagogista è chiaro: “Prima di cercare presunte malattie bisogna verificare se l’educazione che ricevono corrisponde ai bisogni della loro crescita”. Il fatto è che oggi c’è un grande vuoto educativo che destabilizza i bambini e i ragazzi. La causa è l’incapacità dei genitori di assumere il proprio ruolo educativo: in poche parole s’immedesimano nei figli facendo saltare tutti i confini e preferendo comportarsi da amici invece che da mamme e papà. Un esempio lampante di questo atteggiamento è, per Novara, la strategia del dialogo ad ogni costo: “Questo non significa educare. Per educare ci vogliono delle regole che non possono essere contrattate con i propri figli. Per esempio a quattro anni un bambino dorme nella sua cameretta e non nel lettone, oppure la questione degli smartphone: i ragazzi di notte devono dormire e non averli sempre in mano”.

La denuncia del pedagogista tocca però anche il sistema scolastico che, secondo lui, dovrebbe basarsi su una valutazione dei progressi graduali del singolo: “Non ha senso facilitare gli alunni con qualche difficoltà, a volte addirittura in modo preventivo, in modo che si allineino agli standard previsti dal sistema scolastico. La nostra scuola è rimasta ferma alla pedagogia degli obiettivi che è superata da tempo”. Il messaggio che Daniele Novara lascia nelle pagine del libro non è però solo una denuncia ma anche una proposta per tutti, genitori, educatori e insegnanti: “Educare vuol dire credere nelle potenzialità e vedere il bicchiere mezzo pieno. Bisogna voler bene alla naturale impertinenza e al pensiero magico dei bambini”.

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