Eeeetcciù…!! Allergia, fatti più in là

Oggi su Bimbi Parma con l’Ausl di Parma torniamo a parlare di salute o meglio di allergie: da bambini fino all’età adulta capiamo come intervenire.
Tempo di primavera, con il sole e i fiori
Uno starnuto, un colpo di tosse o una congiuntivite… dietro questi sintomi a volte possono nascondersi le fatidiche allergie. Malanni che, a seconda dell’ “allergene” colpiscono grandi e piccini nel corso di tutto l’anno, ma anche e soprattutto nella stagione primaverile. Una condizione che interessa prima di tutto la salute dei bambini. Il meccanismo è semplice: alcuni individui reagiscono in modo esagerato all’esposizione a una o più sostanze del tutto innocue per la maggioranza dei soggetti.

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Le sostanze, cosiddetti “allergeni”, più comuni sono i pollini, gli acari, i peli e la forfora di animali, le muffe e le spore fungine, alcuni alimenti e il veleno di insetti. Le “sindromi allergiche” possono interessare principalmente le prime vie respiratorie (rinite allergica), gli occhi (congiuntivite), le vie bronchiali (asma) e la pelle (dermatite). I sintomi possono essere oculari, nasali e bronchiali (naso chiuso, starnuti, lacrimazione, difficoltà respiratoria), ma anche difficoltà di concentrazione, scarsa attenzione, disturbi del sonno, mal di testa e malessere psicologico. In caso di asma, invece, i sintomi sono più seri e comprendono difficoltà di respirazione anche rilevanti, come tosse secca e insistente, sensazione di soffocamento. Nei casi più gravi, poi, si parla di “anafilassi”, una condizione che può essere provocata da allergie a farmaci, veleni di insetti, allergeni alimentari e lattice di gomma. Per  tenere sotto controllo  le allergie e le loro possibili complicazioni, già in tenera età, all’Ausl di Parma, c’è un centro di eccellenza, l’Unità Operativa aziendale di Allergologia e Immunologia Clinica, la sola a servire tutto il territorio provinciale con ambulatori dedicati alla diagnosi e alla cura delle allergie in ogni distretto e negli ospedali di Vaio e Borgo Val di Taro. Per accedere al servizio basta la richiesta di “visita allergologica” rilasciata dal medico di famiglia e la prenotazione, negli sportelli CUP o al numero verde 800.629.444, dal lunedì al venerdì (dalle 8 alle 18 e il sabato dalle 8 alle 12). Negli ambulatori di Parma, Colorno, Borgotaro e Fidenza sono assicurati anche test diagnostici e terapie iposensibilizzanti per le allergie a veleno di imenotteri. L’Unità operativa ha attivato inoltre sul territorio percorsi di diagnosi, prevenzione e trattamento dell’anafilassi in collaborazione con i servizi di Pronto Soccorso degli ospedali di Vaio e Borgo Val di Taro e i medici di famiglia.
Il tempo dei pollini
Questi allergeni entrano in contatto con l’organismo attraverso l’aria respirata, da metà gennaio a fine settembre. In particolare: il nocciolo, da gennaio a fine marzo; l’olmo, da metà febbraio ad aprile; il pioppo e il salice, da marzo a fine maggio; la paritaria, da maggio a settembre; la betulla, da aprile a metà giugno; la quercia, il faggio, il platano e il pino, da metà maggio a metà agosto; le graminacee, da metà maggio a metà settembre; l’ortica, da maggio a settembre inoltrato; il tarassaco, da maggio a giugno; la piantaggine e l’acetosa, da maggio ad agosto.
Prevenzione e terapia, teniamo sotto controllo la salute dei bimbi
Essere allergici a una sostanza vuol dire…“Avere un’ipersensibilizzazione del sistema immunitario verso alcune sostanze, dette allergeni, che per la maggior parte degli individui sono innocue.
Le sensibilizzazioni possono svilupparsi verso allergeni alimentari o aerodiffusi (ciè presenti nell’aria). Sono molto frequenti nei primissimi anni di vita le sensibilizzazioni ad allergeni alimentari, quali latte e uova, e/o ad altri alimenti. Nel caso di latte e uova, nell’80% dei casi queste sensibilizzazioni possono regredire con la crescita, tuttavia rappresenta un segno di uno stato del sistema immunitario, detto atopia. Nel 90% dei casi, i bimbi che hanno presentato allergie alimentari in tenera età sviluppano successivamente allergie di tipo respiratorio (asma, rinite)”.
Le allergie sono ereditarie?
“Lo studio familiare è importante. Statisticamente, se un bambino ha un genitore atopico (allergico), ha il 25% di probabilità di essere a sua volta allergico. Se entrambi i genitori lo sono, la percentuale sale al 75%. E’ bene ricordare che le malattie allergiche sono patologie croniche, che vanno seguite nel tempo, anche in età adulta, per frenarne il peggioramento.
Negli ultimi anni si è assistito a una crescita del numero di persone che scoprono di essere atopiche solo a 20/30 o 40 anni”.
Come si scoprono e si curano le allergie?
“Nel corso della visita, dopo un’attenta anamnesi del paziente e dei suoi familiari riguardo alle patologie allergiche, si effettuano i test allergologici su cute (prick test; patch test) o su sangue, con prelievi programmati. In base all’esito, vengono fornite tutte le informazioni per la prevenzione primaria, cioè i necessari accorgimenti da seguire per evitare di entrare in contatto con l’allergene.
La prevenzione secondaria prevede il ricorso al vaccino, immunoterapia, che può essere eseguito per via iniettiva e sublinguale (SLIT), una delle più efficaci e meno invasive, che agisce riducendo il grado di sensibilità del soggetto.
L’immunoterapia non ha effetti collaterali e farmacologici. Anche i bambini intorno ai 4 o 5 anni ne possono fare uso. è una cura che si porta avanti solitamente per 3 anni e che ha un’efficacia fino a 7 anni dopo la sua sospensione. La terapia farmacologia, invece, viene somministrata in presenza della sintomatologia”.
Possiamo fare un esempio di prevenzione primaria?
“Nel caso dell’allergia agli acari della polvere che, se trascurata può portare all’asma bronchiale, la prevenzione primaria è fondamentale. Consiste nell’igiene degli ambienti in cui vive il paziente in modo da  ridurre l’esposizione l’allergene: una prevenzione domestica che aiuta a frenare l’asma allergica, un supporto efficace all’ immunoterapia”.
Le patologie allergiche interessano tutti i paesi del mondo in eugual misura?
“Studi recenti hanno riscontrato che dipende dallo stile di vita del paziente e dall’ambiente in cui cresce. Ad esempio è stato scoperto che le allergie sono molto più frequenti nei paesi industrializzati. Lo dimostra il fatto che i bambini immigrati da paesi non occidentali, dopo circa 4 anni di permanenza in un paese occidentale possono raggiungere lo stesso grado di sensibilità agli allergeni di un bambino nato e cresciuto in occidente”.

 

 

 

 

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