Impariamo a conoscere i bambini

Disturbi dello sviluppo e disgrafia: ce ne parlano la dottoressa Valentina Puppi, psicologa e psicoterapeuta, e la dottoressa Angela M. Margherita Russo, neuro-psicomotricista del CENTRO DI PSICOLOGIA, PSICOTERAPIA E TERAPIA NEUROPSICOMOTORIA
Impariamo a gestire i disturbi dello SVILUPPO
Come genitori, di fronte alla comunicazione che nostro figlio manifesta comportamenti problematici, ha difficoltà relazionali o di fronte a una diagnosi di disturbo dell’apprendimento, ADHD o di altro disturbo dello sviluppo, possiamo sentirci smarriti, sbagliati; ci lasciamo travolgere da giudizi negativi, sensi di colpa e paventiamo l’emergere di un disagio. Ci attiviamo per capire come intervenire, ma possiamo sentirci soli, non compresi, diversi e con poche possibilità di recupero. Sentiamo il peso del giudizio sociale. Quello che possiamo fare è considerare il comportamento di nostro figlio, anziché come giusto o sbagliato, come portatore di significato e chiederci: Cosa sta succedendo? Cosa sta comunicando con il suo comportamento? Quali cambiamenti possiamo attuare per aiutarlo? Cosa possiamo modificare nelle nostre relazioni per costruire un contesto più favorevole? Passare dall’idea di problema a quella di sfida all’interno del percorso evolutivo. Tale percorso è continuamente esposto a modificazioni e cambiamenti che dipendono dalle tappe di sviluppo, dal contesto e da eventi più o meno critici (nascita di un fratello/sorella, separazione dei genitori, lutto in famiglia, essere oggetto di bullismo, e così via) e l’esito di questo percorso dipende dalle risorse che come famiglia mettiamo in campo, dalla disponibilità al cambiamento e dalla qualità delle relazioni in cui siamo coinvolti. Attraverso un percorso di sostegno è possibile considerare quelle che possono essere le evoluzioni positive in una situazione critica. La famiglia è il primo contesto di relazioni significative. È il luogo in cui si costruisce l’identità, si acquisiscono competenze e abilità sociali; è luogo delle risorse, delle diversità che arricchiscono, degli affetti che garantiscono sicurezza e protezione. È il contesto di lavoro privilegiato per aiutare i nostri figli ad affrontare le difficoltà, a trovare nuove soluzioni evolutive utili a trasformare le sfide in occasioni di apprendimento e crescita.
Per una consulenza e un confronto
Dott.ssa Valentina Puppi
Psicologa e Psicoterapeuta
347 9172722
valentina.puppi@gmail.com
Parliamo di disgrafia
La disgrafia, (“brutta scrittura”) è un fenomeno in continuo aumento. Quando tu genitore ti sei sentito dire dagli insegnanti: “suo figlio ha una scrittura illeggibile, facciamo fatica a correggere i compiti… spesso non rispetta lo spazio del foglio…” cosa hai fatto? La disgrafia è un disturbo specifico dell’apprendimento con tre cause principali: avere imparato a scrivere senza aver raggiunto la piena maturazione (schema corporeo, organizzazione spaziale e temporale, coordinazione motoria, lateralità emisferica, …); cattiva impugnatura; momenti di disagio affettivo. L’incapacità di produrre una scrittura chiara e leggibile determina una mancanza di autostima nei bambini e ragazzi che ne sono afflitti. La disgrafia necessita di un intervento specialistico che può essere effettuato in ambito scolastico e/o pre-scolastico. Molto utile lavorare inizialmente su tutti gli aspetti fondamentali del corretto apprendimento (parte propedeutica, percezione; organizzazione ed integrazione spaziale e temporale, conoscenza e rappresentazione dello schema corporeo; equilibrio e coordinazione motoria e visuo-motoria, lateralità); l’intervento successivo sarà quello specifico riguardante l’impostazione dei grafemi e della scrittura in stampato maiuscolo ed in corsivo.
Per consulenza e confronto contattare
Dott.ssa Angela M. M. Russo
Neuropsicomotricista
328 4844329
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