Coopernuoto: il gioco è una cosa seria nello sport

Coopernuoto: il gioco è una cosa seria nello sport

Coopernuoto sostiene e ci spiega l’importanza del gioco in uno sport come il nuoto

Cari genitori vi vogliamo dare uno spunto su cui riflettere, magari mentre dalle tribune della piscina si osserva il proprio figlio, sempre che ce ne sia una, da noi è molto ampia!

Vi siete mai chiesti quale sia l’utilità di ciò che sta facendo in quel momento vostro figlio/a? A cosa servono gli esercizi che stanno eseguendo? Scommettiamo di sì e immagino anche che vi siate anche dati una risposta, e sono sicura che da quella risposta sono sorti altri mille quesiti. Proviamo a darvi insieme una risposta, potrebbe diventare davvero interessante. Mettiamo che tra le mille attività extra-scolastiche promosse da enti e comuni abbiate deciso di far iniziare o proseguire, al vostro bambino, il corso di nuoto.

Quali sono le ragioni di questa scelta? Ecco le più comuni: il nuoto è uno sport completo; vorrei facesse qualcosa di diverso dal calcio (nulla togliere al calcio); è predisposto, impara alla svelta e vorrei vederlo nuotare bene tutti gli stili…

Così vi avvicinate a questo affascinante sport, cimentandovi nelle prime immersioni nel corso neonati (immergendo però solo il vostro bambino), per poi osservarlo mentre si allontana per mano al suo istruttore nel primo corso senza di voi…e da lì avete forse già in mente quali sono gli obbiettivi da raggiungere.

Ecco che inizia una lotta contro il tempo, nel primo trimestre vi aspettate il galleggiamento, nel secondo forse muoverà i piedini e si sposterà, nel terzo trimestre invece sarà ora di andare dove non tocca, pronto per affrontare l’estate al mare. Per non parlare poi nel secondo anno di corso, pronti per la prima esperienza in vasca grande, stile libero con respirazione laterale e dorso, poi sarà tempo per la rana e il delfino.

La verità è che non sarà proprio così, o meglio i tempi saranno da definire e, probabilmente, il vostro bambino all’età di 5-6 anni raccoglierà cerchietti sul fondo, salterà sotto e sopra tappeti, farà tuffi a bomba, lancerà palloni agli amichetti e vuoterà secchiate d’acqua all’istruttore sperando che questo per “punizione” lo sollevi e lo faccia volare con un bel tuffo. E dopo 3 mesi ancora spinte dal muro con il gioco della molla e missili ed immersioni sotto le gambe del maestro e ancora tuffi a pennello e altre cose strane.

Ma cosa stanno facendo? Non doveva imparare a nuotare? Sono anni che viene in piscina e non ancora l’ombra di una bracciata.

La verità, cari genitori, è che avete davanti agli occhi un bambino che sta giocando e che si sta divertendo, e più si sta divertendo più sarà forte la sua motivazione, e più sarà motivato più il suo atto motorio avverrà con decisione e sicurezza e tutto ciò che era una semplice capacità sta diventando una competenza.

La verità è che vediamo i bambini come barattoli entro i quali buttar dentro di tutto, ma è questo il compito di noi adulti, tecnici di nuoto o genitori che sia. Ma dobbiamo istruire o educare?

La nostra risposta è di EDUCARE e la differenza è abissale! Sì, perchè educare viene da e-ducere che significa PORTARE FUORI, senza indurre risposte pianificate, senza correggere, senza inibire ciò che fa parte del suo repertorio di potenzialità, ma mettendolo in condizione di potersi esprimere senza forzature che lo riempirebbero di paure e insicurezze.

E capiamo che questo è il momento più difficile per voi, perché il meno codificabile, esiste in questo frangente solo l’esperienza del tecnico, ed è la base della didattica da cui partirà tutto il percorso che porterà ai risultati migliori possibili. Si parte spesso da lontano, lasciando forse qualche dubbio a chi desidera risposte specifiche e immediate.

Per il bambino il gioco è una cosa seria e, in ogni fase dello sviluppo, il movimento è il mezzo attraverso il quale viene realizzato e viceversa. La coordinazione, l’attenzione e le abilità tutte, non possono farne a meno.

Il gioco è lo strumento per l’apprendimento e, anche se l’atteggiamento dell’adulto verso di esso tende a fare emergere solo la funzione di divertimento, non può essere altrimenti. Per cui, cari genitori, lasciate che i vostri figli facciano il loro lavoro e ad ognuno il suo mestiere.

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