ARP-DANCE – Esiste saggio e saggio.. di danza!!

ARP-DANCE – Esiste saggio e saggio.. di danza!!

Spesso il saggio finale di una scuola di danza consiste in una sequenza di balletti con vari stili e vari livelli, dove si presentano tutti gli allievi.

Alla scuola ARP Dance riteniamo che questo può essere senz’altro uno dei modi per mostrare il lavoro finale di un anno di studio ma, ritenendolo un po’ riduttivo, ogni anno ci sforziamo di finalizzare il lavoro ad un evento teatrale completo con una sua logica, sviluppando una storia o una fiaba, dove gli allievi possano sentirsi partecipi e inseriti in una costruzione teatrale a tutti gli effetti, uno spettacolo che non solo gratifica i bambini e i ragazzi che ne sono parte ma anche i genitori e gli spettatori che ne rimangono molto soddisfatti, piacevolmente sorpresi dalle modalità e dall’impostazione di questo evento che la nostra scuola si è voluta dare. Una storia quindi con filo conduttore, con argomenti di attualità, con messaggi pregnanti, con vari stili di danza che s’intrecciano perché anche questo per noi significa educare all’arte.

Il saggio diventa quindi un momento significativo per allievi e genitori, per gli allievi perché vengono inseriti nella storia là dove ha un senso collocarli e dove possono svolgere vari ruoli ed essere visti più volte nello spettacolo, e anche perché piccoli e grandi sono parte di un tutto. I piccoli possono lavorare e assistere alle prove dei grandi e in questo modo sviluppano le loro prospettive, si entusiasmano e si motivano nel loro percorso di studio e si crea in loro il desiderio di poter arrivare più in là. I grandi possono svolgere vari ruoli e cimentarsi in coreografie complesse sia di repertorio classico che di danza moderna e contemporanea.
Per i genitori invece il saggio non diventa una sequenza noiosa di balletti e attività a cui assistere, dove, visto il proprio figlio il resto poco interessa, ma possono comprendere meglio il percorso che il loro figlio/figlia ha intrapreso e il concetto di danza che non è solo attività fisica, come molti ritengono, ma una attività artistica. Spesso ci ringraziano per avere dato a loro e ai loro ragazzi queste opportunità di crescita e questi magici momenti.

Quest’anno ci siamo ispirati alla favola dello Schiaccianoci ma con un’interpretazione innovativa della favola stessa, una rivisitazione in chiave attuale, dal titolo “Il sogno di Clara”.
La protagonista, Clara, svolge un percorso al contrario, dove in questo passaggio inevitabile dell’adolescenza riscopre la bellezza e i sapori dolci dell’infanzia. Nel primo atto, Clara non è più la ragazzina dolce e sognante ma una adolescente aggressiva e ribelle che prima della notte di Natale insieme con le amiche compie un atto di bullismo nei confronti di un giovane timido e impacciato, inoltre durante la festa di Natale distrugge il giocattolo/Schiaccianoci alla sorellina con grande disappunto dei suoi genitori e di tutti i loro invitati. Ma la notte di Natale, nel sogno, per Clara avviene una trasformazione: il giovanotto timido si identificherà con il giocattolo spezzato dalle sue stesse mani rivelandosi il Principe Schiaccianoci e il rimorso unito al rimpianto per dolcezza del Natale le farà compiere un viaggio al contrario, accompagnata dal Principe Schiaccianoci, verso i buoni sentimenti, i valori della famiglia e il primo sogno di un amore semplice e giocoso come quello dell’adolescente. Ed ecco che poi l’amore dei genitori stessi, che si sono trasformati nella Fata Confetto e nel suo Cavaliere e che accolgono i due giovani nel Regno della Fata, apre il secondo atto dando vita alla fiaba e al balletto nella sua accezione più “classica” e romantica.

Clara si sveglierà infine ritrovandosi rinnovata, più candida e affettuosa.

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