Allergie, cosa sono e quando vengono

A volte basta un minuscolo granellino di polvere, altre volte un goccio di latte e via a starnuti, dermatite o crampi addominali, rigurgito, ecc. Sono i fatidici sintomi delle allergie. Ma cosa vuol dire essere allergici? Si tratta di un’ipersensibilizzazione del sistema immunitario verso alcune sostanze (allergeni) che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono alimentari o aerodiffusi. Gli allergeni più comuni per quanto riguarda gli aerodiffusi sono i pollini di graminacee, di betullacee, di parietaria e acari della polvere; mentre per le allergie alimentari troviamo soprattutto latte, uova, frutta secca e pesce.
«Ma non bisogna generalizzare» avverte Sergio Scarpa, responsabile dell’Unità Operativa Aziendale di Allergologia e Immunologia Clinica AUSL Parma che spiega «spesso si crede che l’allergia alimentare sia un fatto diffuso, in realtà in Italia ne soffre solo il 3,5% della popolazione. Questo avviene perché si tende ad attribuire alle allergie la maggior parte dei disturbi dello stomaco e dell’intestino, ma spesso si tratta di altre patologie o immunologiche o gastrointestinali erroneamente interpretate come allergie. Le intolleranze alimentari infatti sono patologie differenti dalle allergie perché spesso sono disturbi gastroentericici-funzionali che si accentuano quando il soggetto assume determinati alimenti. Tra le intolleranze alimentari rivestono particolare rilievo l’intolleranza al lattosio e al glutine (celiachia)». E visto che le informazioni sono tente, facciamo un po’ di chiarezza.
Come comportarsi quando un bambino risulta allergico?
«Partiamo dal dubbio di essere allergici: quando un bambino ad esempio ha problemi di tipo respiratorio (rinite, congiuntivite, asma) o disturbi alimentari, come prima cosa occorre rivolgersi al pediatra. Su consiglio ed eventuale prescrizione bisogna richiedere una visita allergologica, nel corso della quale, sulla base della storia clinica del paziente, viene avviato un percorso diagnostico attraverso cui si studia se il soggetto è allergico. Una volta individuato l’antigene che provoca l’allergia, si provvede a instaurare la prevenzione per evitare o ridurre l’esposizione agli allergeni in causa (ad esempio un soggetto allergico agli acari della polvere ha bisogno di un’accurata prevenzione domestica); inoltre, si provvede con un’adeguata terapia farmacologica-sintomatica; infine, eventualmente, all’immunoterapia con l’utilizzo dei vaccini iposensibilizzanti
diretti ad aumentare la tolleranza verso uno specifico allergene. Grazie all’immunoterapia si riesce a modificare la storia naturale della malattia. Oggi esistono diversi vaccini, anche sublinguali, che hanno la stessa valenza di quelli iniettivi e possono essere eseguiti a domicilio».
Si è allergici per tutta la vita?
«Purtroppo l’allergia è una patologia cronica. Da bambini, si hanno delle sensibilità che poi possono progredire con l’avanzare dell’età attraverso quella che viene chiamata “marcia allergica”; quindi l’allergico deve essere periodicamente seguito. Più precocemente si interviene, meglio è, in quanto è possibile frenare il corso della marcia».
E se si soffre di allergia ai pollini?
«È molto utile conoscere la situazione atmosferica, per esempio il servizio ARPA Emilia-Romagna fornisce ogni settimana, per ogni provincia, la concentrazione reale dei diversi tipi di pollini e muffe. Grazie a questi servizi è più facile essere preparati e attrezzati. Dico questo perché il periodo di pollinazione cambia nelle diverse zone; a Parma il periodo di picco è aprile/maggio. Inoltre, occorre fare attenzione alle giornate secche e ventose perché i pollini vengono diffusi maggiormente, per questo le zone marine, con un alto tasso di umidità, sono luoghi ideali per i soggetti allergici (soprattutto alle graminacee); mentre per quanto riguarda gli acari di polvere, i luoghi ideali sono le montagne al di sopra di 1500 metri perché gli acari a questa altezza non sopravvivono».
Invece, consigli per chi ha allergie alimentari?
Senza confondere allergie e intolleranze, una volta individuato l’alimento che provoca l’allergia, come prima cosa bisogna prestare attenzione a evitare il cibo interessato. Un’altra attenzione particolare bisogna averla verso gli “alimenti nascosti”, ossia quelli alimenti che sono presenti in cibi complessi. Ad esempio il cioccolato per tutti coloro che sono allergici alla frutta secca perché possono esservi tracce o altresì alcuni dolci che nascondono la gelatina di pesce per tutti coloro che hanno una forma allergica verso le proteine del pesce.
Quindi è necessario leggere sempre bene le etichette sulle confezioni degli alimenti».
Anni fa c’erano meno allergie?
«Un tempo si viveva maggiormente in ambienti rurali e, secondo i più recenti studi (teoria della Hygiene hypothesis), le malattie allergiche sono molto più frequenti nei centri urbani piuttosto che nelle zone rurali. Chi abita in campagna conduce una vita più sana e tende a sviluppare risposte immunitarie più corrette; un tipo di vita più asettico (specie nell’età infantile) favorisce la comparsa di reazioni immunitarie allergiche”.
Esiste un’età minima in cui iniziano a manifestarsi le allergie?
«Frequentemente le malattie allergiche incominciano a manifestarsi nel corso dello svezzamento, tuttavia ogni caso clinico è a sè stante. Sicuramente occorre ricordare che il bambino di oggi sarà l’adulto di domani, quindi occorre fare molta attenzione a questa età al fine di evitare eventuali complicanze future».
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