Alessandro Frola spicca il volo

Alessandro Frola spicca il volo

Giovanissimo e con un bagaglio di esperienze internazionali da far invidia anche agli adulti, Alessandro Frola, parmigiano di quattordici anni, è il protagonista di “Billy Elliot il musical”. Ballerino sin dalla tenera età, Alessandro, a differenza del protagonista che interpreta, ha sempre avuto dalla sua parte mamma e papà, genitori “fantastici” che lo hanno sempre sostenuto e incoraggiato nelle sue scelte. Uniti tutti da un unico grande sogno: la danza. Francesco Frola e Lucia Giuffrida, genitori di Alessandro sono infatti i fondatori di una delle scuole di danza più importanti di Parma, “Professione Danza”: sotto la loro guida si sono formati alcuni dei più importanti talenti internazionali, giovani che oggi calcano i palcoscenici di tutto il mondo, come i loro tre figli Gabriele, Zarah e Alessandro, il più piccolo dei Frola, scelto tra mille, per interpretare la prima versione italiana di “Billy Elliot il musical” prodotto dalla Peep Arrow Entertainment in associazione con Il Teatro Sistina, con la regia di Massimo Romeo Piparo. Alessandro, che ha vinto il Premio Internazionale Flaiano per la stagione 2014-2015 come interprete del musical, come Billy ha un sogno, la danza; e con i sacrifici e la dedizione che questo mestiere comporta, sta cercando di realizzarlo e spiccare il volo! E diciamolo pure, ha tutte le carte in regola per riuscirci.

La danza è parte di te, ce l’hai nel sangue sin da piccolo perché nella tua famiglia sono tutti ballerini professionisti, ma non solo… Come e quando hai iniziato a muovere i tuoi primi passi?

«Ho iniziato a danzare sin da piccolissimo. I miei genitori mi dicono che a solo un anno già ballavo e usavo come sbarra la maniglia del forno della cucina oppure la sera, d’estate, al mare, sul bagnasciuga. C’era gente che veniva apposta per vedermi. A casa non smettevo mai di creare balletti e di guardarli utilizzando i molti dvd di famiglia. Osservavo molto anche i miei genitori che all’epoca danzavano ancora e la sera cercavo di imitare quello che avevo visto».

Cos’è per te la danza?

«La mia vita da sempre e futura. Non posso immaginarne la mia vita senza la danza». Hai dato molte soddisfazioni ai tuoi genitori in questi anni vincendo diverse borse di studio.

Quanto è stato importante per te il loro sostegno?

«Sono molto fortunato ad avere dei genitori che sostengono il mio sogno. Non per tutti è così. Da questo punto di vista non ho fatto fatica. Il loro sostegno è importante per me anche se, a volte, fare i conti con genitori danzatori e insegnanti non è semplice».

Chi è il tuo modello di riferimento, se ne hai uno?

«Non ho dei modelli di riferimento, ammiro molto il ballerino cubano Carlos Acosta e mio fratello Francesco Gabriele Frola che è primo solista al National Ballet of Canada».

Parliamo della tua interpretazione di Billy Elliott. Cosa hai provato quando ti hanno annunciato che saresti stato proprio tu a vestire i suoi panni?

«Ovviamente mi sono emozionato, per me interpretare la parte di un giovane ragazzo con il sogno della danza mi ha dato la possibilità di esternare ciò che sento e provo personalmente. Avevo visto Billy Elliot a teatro e in cuor mio avevo sognato di poterlo interpretare un giorno. Ma mi sembrava un sogno irraggiungibile vivendo in Italia. Grazie a Massimo Romeo Piparo, regista e produttore dello spettacolo, questo sogno si è avverato».

Interpretare Billy Elliot sui migliori palchi del nostro Paese è stato per te molto emozionante. Ballare come protagonista di una prima in assoluto non è da tutti: ogni volta è come la prima?

«Beh la prima è stata davvero emozionante e forse è stato lo spettacolo che mi sono goduto meno perché ero un po’ teso e mi sentivo sotto pressione. Poi con il passare del tempo sono entrato di più  nel personaggio e sono riuscito anche ad emozionarmi nell’interpretarlo. Penso però che il massimo dell’emozione la vivrò quando sarò sul palco del Teatro Regio davanti alla mia città».

Ti riconosci in qualche modo in Billy Elliot?

«Sicuramente non per la fatica che fa per realizzare il suo sogno convincendo il padre e il fratello, ma ciò che abbiamo in comune è l’amore incondizionato per la danza. E anche il Royal Ballet, la scuola dove Billy vuole entrare e che io frequento d’estate da quando avevo 10 anni. Ci sono stato anche quest’anno e ho vinto l’ammissione per il prossimo».

Quando si sale su un palco alla tua età, cosa si prova? Paura, timore di sbagliare, o solo tantaadrenalina e voglia di ballare e poi si vola…?

«Tanta adrenalina, voglia di ballare e poi si vola… “solo” questo”».

Un talento nato come te non poteva che partecipare anche a Italia’s got talent. Che ricordo hai di quell’esperienza? La rifaresti?

«A Italia’ s got talent ero ospite quindi non ho provato le stesse emozioni dei concorrenti, è stata però un’esperienza nuova perché era la prima volta che mi esibivo per la televisione e devo dire che è molto diverso dal teatro. Si mi piacerebbe tornarci».

Giovanissimo e hai già visitato molte parti del mondo grazie al tuo talento. Come ti senti ad aver fatto così tante esperienze rispetto ai tuoi coetanei? E come ti vedono loro?

«Si infatti ho girato molto e mi ritengo fortunato. Il corso professionale di danza che seguo nella scuola dei miei genitori ci permette di venire a contatto con molti insegnanti stranieri e molte realtà estere. Ho potuto conoscere molti Paesi e farmi amici in giro per il mondo e mettermi a confronto con gli altri. I miei amici quando torno dai viaggi mi chiedono com’è andata, però per loro sono un amico non un ballerino quindi i nostri rapporti continuano ad essere quelli di ragazzi normali di 14 anni».

E il domani? Progetti e speranze per il futuro?

«Per il domani mi vedo su un palcoscenico danzando i balletti del repertorio classico. Magari il Metropolitan di New York o il Bolshoi di Mosca»

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