Pronto soccorso pediatrico. Quando serve davvero?

Pronto soccorso pediatrico. Quando serve davvero?

Pronto Soccorso Pediatrico sì o no: come facciamo a sapere quando è davvero il caso di portarci i nostri figli? Un bambino è spesso fonte di preoccupazione e ansia per un genitore, e lo è soprattutto quando è malato o ha subito un trauma.

“In questo caso il buon senso e qualche conoscenza su come affrontare i tanti piccoli problemi in cui i genitori si possono imbattere con i propri figli, sono spesso sufficienti a far fronte a molte situazioni” spiega Giorgio Gazzola pediatra di famiglia a Parma.

“Accade infatti che i bambini vengano portati al Pronto Soccorso anche per situazioni che non richiedono questo tipo di intervento, ad esempio per una puntura di insetto”. Come capire allora quando serve davvero? “In via generale esistono alcuni sintomi specifici come febbre, diarrea, vomito, trauma cranico, cefalea e crisi respiratoria che possono richiedere l’intervento del Pronto Soccorso: c’è un decalogo molto preciso a riguardo che  può essere di grande aiuto per i genitori” prosegue Gazzola. “Ma – avverte – c’è caso e caso. Il pediatra di fiducia da questo punto di vista rappresenta l’interlocutore privilegiato, essendo colui che meglio conosce il bambino. Noi pediatri siamo i primi ad utilizzare i servizi messi a disposizione dal Pronto Soccorso per verificare un sospetto diagnostico, fare accertamenti ed esami. Spesso invece ci sentiamo dire dai genitori “ho fatto un salto al Pronto Soccorso”, ma agire senza consultare il proprio pediatra non è utile, a meno che non si tratti di situazioni di urgenza, in questo caso il Pronto Soccorso rappresenta la struttura di riferimento, aperta 24 ore su 24, in grado di offrire una completa assistenza”.

Mentre il dottor Marco Manfredi, Medico Pediatria dell’Ospedale dei Bambini, consiglia:

Ogni anno circa 5 milioni di bambini vengono visitati nei Pronto soccorso italiani. Solo nel 10% dei casi si tratta di codici gialli e rossi, ovvero quelli che identificano i casi di reale emergenza e urgenza, mente i codici verdi (le urgenze considerate minori in fase di triage) rappresentano invece il 60-70% degli accessi: quando è necessario portare il proprio bambino al Pronto Soccorso?

“Innanzitutto bisogna dire che all’Ospedale dei Bambini di Parma non c’è un vero e proprio Pronto Soccorso pediatrico (come da disposizioni volute dalla Regione) che, per definizione, richiede la presenza h24 di diversi specialisti quali ad esempio anestesista e rianimatore pediatra, radiologo pediatra che non sono continuativamente presenti al Padiglione Barilla. All’Ospedale dei Bambini di Parma abbiamo un’Accettazione pediatrica, ossia un ambulatorio pediatrico delle urgenze aperto h24 e 365 giorni l’anno. Per questi motivi i codici rossi pediatrici vengono portati direttamente dalla Centrale operativa del 118 al Pronto Soccorso dell’adulto che poi eventualmente ci chiama in consulenza. La stessa cosa vale per le patologie traumatologiche pediatriche (ricordo che il Pronto Soccorso dell’adulto del nostro Ospedale è Trauma Center regionale) ad eccezione dei traumi cranici minori che vengono accettati direttamente dalla nostra Accettazione. Riguardo alla sua domanda anche nella nostra Accettazione pediatrica si hanno le percentuali che ha ricordato lei, cioè circa il 90% degli accessi sono codici verdi o bianchi che potrebbero, anzi dovrebbero essere prima valutati dal medico curante (Pediatra di libera scelta o Medico di Medicina Generale) e che avendo questo codice colore non presentano i criteri di urgenza per l’accesso in un Pronto Soccorso/Accettazione pediatrica. Credo comunque che il non avere codici bianchi e verdi in Accettazione potrebbe migliorare l’assistenza delle vere urgenze. Quindi quando portare i bambini all’Accettazione pediatrica dell’Ospedale dei Bambini di Parma? In orari diurni feriali il bambino dovrebbe prima essere valutato dal proprio medico curante che conosce la storia clinica del bambino e solo successivamente, se il medico curante ritiene che si debbano eseguire accertamenti o valutazioni specialistiche urgenti dovrebbe inviare egli stesso il bambino in Ospedale. Diversamente invece se si tratta di giorni festivi o in orari notturni, quando il curante non è presente, il bambino può essere valutato presso l’Accettazione pediatrica. Purtroppo in questi tempi dove c’è l’abitudine del “tutto e subito”, anche riguardo alla semplice febbre molto spesso si pretende che essa passi velocemente. Ricordo che anche le banali infezioni virali presentano spesso almeno 2-3 giorni di viremia. Non è raro vedere in Accettazione lo stesso bambino anche due volte lo stesso giorno o in giorni consecutivi per una semplice febbre, soprattutto durante i periodi epidemici, come ad esempio il periodo influenzale, nonostante ogni volta vengano fornite tutte le rassicurazioni e i consigli del caso. Gli alti numeri di codici verdi e bianchi sono anche dovuti alla “cattiva abitudine” di utilizzare l’Ospedale come un’alternativa al medico curante. Spesso i bambini che accedono all’Accettazione non sono stati visitati dal proprio medico, non per una mancanza del collega del territorio ma perché la famiglia sceglie autonomamente di bypassare il curante, anche per ragioni extra-sanitarie come la disponibilità medica h24 dell’Accettazione, credendo di avere risposte o risultati migliori. Tutto questo ovviamente determina maggiori flussi e tempi di attesa in Accettazione”.

In questo senso, qual è la situazione dell’Ospedale dei Bambini?

“Lo scorso anno sono transitati presso la nostra Accettazione pediatrica oltre 20mila bambini, cioè vi sono stati più di 1600 accessi mensili. Quindi si può ben capire l’enorme mole di lavoro che quotidianamente viene svolta da tutto il personale in servizio. Le percentuali relative ai codici colore sono quelle che lei stessa riportava prima; il 90% degli accessi riguarda codici verdi o bianchi, quindi patologie che non presentano i caratteri dell’urgenza. La percentuale dei codici rossi come si può vedere è irrisoria: 0,37%”.

Se è vero che tutti sanno cos’è un Pronto Soccorso, non tutti sanno cosa non è? Che servizi offre l’Ospedale dei Bambini?

“La nostra Accettazione Pediatrica, come spiegavo prima, offre i servizi di emergenza/urgenza che non siano codici rossi o patologie traumatiche maggiori e non dovrebbe essere utilizzata come un ambulatorio pediatrico routinario”.

E’ possibile anche avere anche un consulto telefonico?

“No. La decisione di non fornire consulti telefonici è data dal fatto che al telefono spesso le parole o i consigli possono essere travisati o mal interpretati, specie su pazienti sconosciuti al singolo medico. Riteniamo inoltre che non sia corretto ipotizzare diagnosi o fornire terapie senza un’adeguata valutazione clinica, anche per non incorrere in equivoci posologici. Tutto questo per garantire un migliore e adeguato percorso di cura nei confronti del paziente”.

Quanto è importante il ruolo del pediatra per comprendere se il pronto soccorso è necessario o no?

“Il ruolo del pediatra di libera scelta è fondamentale, non solo per le conoscenze e la preparazione specialistica che possiede, ma anche perché conoscendo il bambino, la sua famiglia e la storia clinica, conosce globalmente il paziente. Magari il bambino ha già avuto episodi simili in passato e il curante ne è consapevole. Poi se il pediatra di libera scelta ritiene che il suo assistito necessiti di approfondimenti specialistici e/o di ricovero ospedaliero, allora può ovviamente inviare il bambino in Accettazione. Anche per noi pediatri ospedalieri, avere una prima valutazione da parte del medico curante può aiutarci a comprendere meglio la storia clinica di quel paziente e decidere un percorso diagnostico-terapeutico più adeguato e accurato”.

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