Aereo e neonati: binomio che fa impazzire tutti

Oggi su Bimbi Parma parliamo della “sindrome anti-bambini” che si scatena nella maggior parte di noi quando siamo in volo! Questo è quello che scrive Costanza Rizzacasa d’Orsogna del Corriere della Sera (intero articolo qui):
“Sarà che a diecimila metri diventiamo tutti isterici. Per TripAdvisor è la peggiore scocciatura in volo: più del vicino logorroico, la guerra del bracciolo, le ginocchia stritolate dal sedile avanti. È il bebè che frigna. Cui sono dedicati siti di auto-aiuto, forum, Tumblr di foto satiriche. Perché la metro, il bus, la sala d’attesa dell’Acea: tutti sfondi potenziali di singhiozzi inconsolabili, ma vuoi mettere quei decibel che trapanano il cervello quando non puoi scappare? Il vicino che implora di cambiare posto prima ancora di sedersi, quello che sbuffa venti file in giù. «Darà molto fastidio?», fulmina una mamma con pupo l’autrice di Mary Poppins nel film Saving Mr. Banks — e siamo tutti noi. Più insopportabile del pianto del bebè c’è solo il pianto del bebè in aereo. I genitori in viaggio con neonato sono talmente consapevoli del disprezzo suscitato da tenere gli occhi bassi per non essere additati procreatori dei Minions di Satana.
Così negli Usa, la storia di una donna in volo per Atlanta che placa la figlia di una sconosciuta fa il giro della Rete, approdando al New York Times. «Passeggeri inferociti, hostess che già decretavano la mia incapacità genitoriale», racconta Rebekka Garvison su Facebook. Tutti con un pensiero solo: getta la mamma dall’aereo. La poveretta si vedeva già costretta a terra — del resto è già accaduto. Quando una signora, madre di tre figli, si è offerta di tenerle la bambina. Non solo appena l’ha presa fra le braccia quella si è calmata, ma le ha dormito addosso per il resto del viaggio. «Avrebbe potuto roteare gli occhi come tutti, bestemmiare. E invece. Quando vi ho viste abbracciate, stavo per piangere anch’io. Che tu sia benedetta». E giù cuoricini, foto della samaritana.
Ma non staremo esagerando? Perché è vero che a volte — spesso — a non saperci fare sono i genitori, e un certo trend educativo che vuole i pargoli liberi di «esprimersi» a scapito degli altri non aiuta, ma vent’anni fa il pianto di un marmocchio sarebbe stato un fatto della vita. Oggi che bimbi non se ne fanno più, perché i bambini vogliamo essere noi, zie mondanissime di figli degli altri, l’insofferenza è proverbiale. Non a caso lo stesso New York Times pubblica una guida in 30 punti di un’«esperta di coccole neonatali» su come tenere in braccio i figli di estranei. «Non cercate di far colpo sugli adulti. Non agitatevi, respirate lentamente». Perché il bambino oggi è un marziano, la società child free. E si moltiplicano i locali che li bannano. «Io non posso entrare». Come una volta il cane.
E se la storia ha scatenato infiniti commenti, tra chi propone bottarelle in testa, cocktail di sedativi e ninne nanne in gruppo, gli stessi si rileggono sui blog delle mamme italiane. Sedativo sì, sedativo orrore, sedativo: QUALE? Insieme a racconti sconsolanti di adulti che schiaffeggiano duenni, che si mandano all’inferno, che sprizzano soddisfazione — sciagurati — nel veder frignare un altro figlio e non il loro, mentre sui siti di viaggi fioccano le petizioni per voli no kids.
Addirittura, il 37% dei britannici pagherebbe una maggiorazione per volare su aerei senza bimbi e il 74% li sfratterebbe dalla business. Le compagnie prendono nota. Se l’inglese Thomas Cook e la tedesca TUIFly offrono voli «solo adulti» verso destinazioni care ai childless come le Baleari, Malaysia Airlines, dopo aver bandito i neonati dalla prima classe, ha creato una zonachild free nell’economica, e lo stesso ha fatto la Thai Airways. Anche i low cost si adeguano: AirAsia X vieta ai minori di 12 anni e genitori le prime sette file in economica; Scoot ha la cabina ScootinSilence. E se resta il sospetto che Ryanair abbia sfruttato un Pesce d’Aprile per testare l’ipotesi di voli no kids, tutti sono cascati nella burla quando Skyscanner ha annunciato il lancio di un «contatore di bimbi» sulle rotte. Non sarà che il sedativo dovremmo prenderlo noi?
Costanza Rizzacasa d’Orsogna“
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