A tavola: tra sapori, gusto e risa

Nella Scuola dell’Infanzia lo “stare a tavola” è un momento educativo caratterizzato da ricche opportunità formative ed acquista la specificità e la ricchezza che gli è attribuita dalla cultura di appartenenza. La scuola è infatti spazio della comunità e della città, spazio che vive e offre scambi sociali ricchi e aperti, che genera opportunità di crescita per i bambini e per le bambine, che qui maturano le loro identità sociali e culturali.
È l’identità culturale di un territorio che si rinnova attraverso la tavola: nei sapori e nei gusti dei prodotti locali rivive il luogo che li ha prodotti, rivivono i gesti della cura della terra e della fatica per ottenerne i frutti. Ma non solo: nelle piacevoli alchimie che vengono originate dalle mescolanze e contaminazioni dei gusti, nasce il piacere di riunirsi per degustarli insieme e per vivere il momento del pasto come momento di piacevole convivialità.
Nella nostra tradizione la tavola rappresenta il luogo fisico dell’incontro: attorno alla tavola è la famiglia che si riunisce, che si ritrova, che si racconta e che trova nel pasto il momento simbolico di riunione e unità. È il momento che rievoca vissuti carichi di significati affettivi ed è ricco di interazioni verbali, scambi, ricordi ed emozioni.
La scuola offre ai bambini, quale ricca opportunità formativa, la possibilità di ritrovare nel pasto la cultura e la tradizione del proprio territorio: è quindi la convivialità e il piacere dello stare insieme, dell’assaporare i cibi e le loro preparazioni, all’interno di uno spazio-tempo generoso e non costretto in tempistiche eccessivamente contratte, a consentire ai bambini di significare socialmente questo momento.
Nella scuola dell’infanzia il pasto è il momento cardine nell’organizzazione della giornata educativa: è il momento che separa le attività del mattino da quelle del pomeriggio e che, pertanto, soprattutto nella maturazione del senso del tempo dei bambini neo-iscritti, rappresenta la prima cesura temporale in grado di condurre ad una prima scansione cronologica della giornata e a consentire di accostare gradualmente il trascorrere psicologico del tempo con il tempo sociale dell’istituzione, all’interno di un percorso graduale di preparazione a questo momento.
È l’autonomia una delle competenze che, attraverso il pasto, può essere sostenuta e sollecitata: il bambino è accompagnato verso una graduale autonomia nella gestione delle relazioni sociali, nella possibilità di scegliere l’amico o l’amica preferita, all’interno di un’accezione di scuola dell’infanzia come luogo della libertà e della valorizzazione delle differenze, che legittima scelte e preferenze sociali.
Il momento del pranzo prevede che i bambini siano organizzati a gruppi, secondo criteri flessibili e variati (gruppi spontanei, gruppi eterogenei o omogenei per età o per competenza); la possibilità, per i bambini, di scegliere di volta in volta i compagni con cui sedersi a tavola, rappresenta una privilegiata occasione di socializzazione e non solo: la pedagogia della relazione, che rappresenta l’approccio delle nostre scuole dell’infanzia, può ritrovare in questa routine spazi e occasioni di crescita e di maturazione, perché:
- gli apprendimenti avvengono solo nella e con la relazione;
- i bambini, apprendendo nella relazione, acquisiscono gradualmente autonomie prassiche indispensabili alla loro crescita;
- nella scelta di formare le sezioni secondo età eterogenee, il momento del pasto può costituirsi quale “luogo di sviluppo prossimale” in cui i bambini più grandi possono attivare interessanti e importanti forme di tutoraggio nei confronti dei compagni più piccoli.
Le preferenze personali rispetto ai cibi rappresentano un importante momento nella costruzione dell’ identità personale dei bambini e delle bambine: nella possibilità di esprimere gusti diversi infatti i bambini vengono educati all’idea di differenza, che si esplica in un’accezione meno rigida: può infatti essere approcciata come variabile flessibile e trasversale alle categorie di cultura, etnia e genere, con cui normalmente si accompagna.
L’autonomia è sostenuta anche nella sua accezione prassica: i bambini imparano, gradualmente e nel rispetto delle differenze individuali, a mangiare da soli e a servirsi autonomamente, perfezionando l’utilizzo degli strumenti (coordinazione, pressione-prensione, gestualità fine) e approssimandosi al concetto di quantità e misura, rapportata alla porzione delle pietanze.
L’importanza del contesto sociale, come luogo privilegiato di apprendimento, viene sottolineata anche dalla pratica dei piccoli incarichi, in preparazione della tavola.
Apparecchiare la tavola è un’attività altamente educativa, in quanto rientra fra le abituali attività attraverso le quali il bambino si allena a scoprire le relazioni fra gli oggetti e a costruirsi il concetto di spazio inter-oggettuale. Apparecchiare la tavola diviene un’attività, oltre che educativa, molto divertente, che arricchisce le competenze cognitive e sociali dei bambini.
Il fare finta di essere il cameriere, che apparecchia e supporta i compagni nel momento di scodellare le pietanze e comporre le porzioni è una modalità giocosa:
- per esplorare contenuti e aspetti di una professione che i bambini incontrano frequentemente nella vita quotidiana,
- per ripercorrere, attraverso il “role-playing”, i gesti che caratterizzano l’abitudinario prendersi cura delle figure affettive che popolano la quotidianità domestica,
- per divenire consapevoli e solidali verso i compagni più piccoli o meno competenti nelle prassie richieste al momento del pasto e avvicinarsi al concetto di comunità solidale,
- per sollecitare le capacità di “problem solving” relativamente alle competenze spaziali sottese all’attività di apparecchiare (capacità di avvalersi di opportuni punti di riferimento e un adeguato criterio di classificazione per distribuire piatti, bicchiere e posate e realizzare una corretta configurazione che permetta una loro manipolazione combinata).
Importante si rivela la regia sociale dell’adulto sulle ricadute formative di questo momento: il ruolo dell’adulto è quello di incoraggiare, sostenere, avvicinare, far conoscere, all’interno di un clima di ascolto e disponibilità. Ma non solo: il momento del pasto prevede, istituzionalmente, la presenza di un adulto a tavola con i bambini, per sostenere e sollecitare, oltre alle autonomie personali, le interazioni e relazioni, offrendo ai bambini la possibilità di interloquire con i coetanei, ma anche con gli adulti, all’interno di una ricca e varia orchestrazione relazionale.
D.ssa Alessandra Mantovani
Coordinatrice Pedagogica Scuole dell’Infanzia – Comune di Parma
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